No alla #Violenza sulle #DONNE!
Tra le tante opere che ci avete liberamente inviato, abbiamo selezionato la poesia di Natascia Cadorin, in arte Elendil, dal titolo “Donna..“.
Non aggiungiamo altro e lasciamo che sia lei a scrivere per tutti noi.
“Donna..”
Libera e fiera,
Di notti passate a sussurrare alla luna
Incubi che arretrano ad ogni passo
Nella vita che irrompe con violenza
Libera e fiera,
Di essere completa
In ogni sua stupenda sfumatura
Libera nell’animo
E nel cuore che qualcuno crede di impossessarsi
Combattente ogni giorno
Indipendentemente da ogni cosa
Libera e fiera,
Di scegliere come volare
Lontano da quel mostro che magari incontra e scambia odio per
amore
Libera e fiera,
Di essere se stessa
Senza intromissioni da parte di un essere che verme striscia fingendo ai suoi piedi
Donna,
Un’anima dolce ma guerriera fino in fondo
Per mano di qualcuno che vuole farla restare in gabbia cerca di sottometterla al suo volere malato
Ma te donna
Libera e fiera,
Vola lontano,
Non permettere che ti renda prigioniera e lentamente farti morire e cambiare quello che sei
Lotta e vattene,
Dove le lacrime saranno asciugate da un sole vero e caldo
E ciò che sei resta per sempre
Nella tua libertà di vivere come vorresti…
By Elendil..
Immagine by Danil Poet And Artist
(www.danilpoetandartist.it)
Ringraziamo tutti i poeti e gli scrittori che ci hanno inviato le loro opere.
#lettera32scrittoriepoetiallosbaraglio
#25novembre
#25novembregiornatamondialecontrolaviolenzasulledonne
#25novembre2020
***
Se vuoi leggere altri componimenti relativi a questa Silloge, clicca sul link: #AppuntiDiViaggio
– Loro, nettare vitale –
” Sii donna, se abusa di te,
denuncialo.
Sii uomo, se le fai del male,
fermati, sii pentito e fai ammenda
delle tue colpe.
C’era un tempo in cui,
l’altro sesso, era considerato;
da pittori, scrittori, artisti,
le loro Muse, le loro predilette,
erano sacre, divine.
Ritorniamo in quei tempi,
torniamo a venerare la Donna,
torniamo a tenere a loro
più della nostra stessa vita. “
LIBERA, FINALMENTE
Da tempo
solo la mia mano solitaria
accarezza con dolcezza il mio volto.
Sfiora delicata
un corpo dolorante
per i lividi di silenzio
per le parole mortali udite dal mio corpo,
unici vestiti di un’anima ferita.
Così come lo e’ il mio cuore
che conosce solo del dolore, il battito,
del mio sguardo randagio, il digiuno d’amore,
della carezza supplicante, l’elemosina del rispetto.
Nel domani che voglio,
violento sarà solo il vento tra i capelli
o l’impeto dell’onda che sbatte sull’onda durante l’uragano.
Di colpo,
sento la forza per sciogliermi dall’abbraccio bugiardo della paura,
e senza piu’ catene
ne’ lacrime,
libera finalmente,
riprenderò per mano la mia vita.