di Stefano Borile
“E’ ancora buio, quando tocca a noi? Vedi qualcosa? Senti rumori? Speriamo non ci abbiamo sostituite”.
Il vociare si faceva sempre più insistente, ma la piccola pallina rossa cercava, in qualsiasi modo, di infondere calma e serenità.
“State tutte tranquille, fra poco tocca a voi, anche quest’anno tutti ammireranno il vostro luccichio, sarà come sempre un albero meraviglioso”.
“Tu parli così, perché non hai aspettative, se non quella di essere buttata, perché rotta”. Esclamò un orsetto di vetro.
“Sbagli, io sono felice del tempo che ho potuto essere su un albero e ora assaporo i ricordi e poi chissà, magari per sbaglio, non vedono che sono rotta e…”
“… e ti rimettono in cima? Ma dai ragiona! Tu stai bene nella scatola. Noi ti vogliamo bene, perché tu sei la pallina vecchia e saggia”.
Finito il dialogo, tutti si tranquillizzarono. Ogni anno, quando arriva il tempo dell’addobbo, tutti diventano ansiosi, io invece sono serena, sono una pallina di Natale, vecchia e rotta e quindi non ho ansie, neppure aspettative. Mi prendono in mano, mi guardano e poi mi ripongono, ed è già una fortuna che non mi buttino via. Un rumore interrompe le riflessioni. Qualcuno sta aprendo la scatola.
“Nonna, mettiamo anche queste decorazioni? Ma guarda qui, questa pallina è bellissima, dove l’hai presa ?”.
Le domande non avevano fine, uscivano dalla bocca del piccolo Leo senza sosta. La nonna osservava amorevolmente le sue manine, che scartavano tutte quelle luccicanti decorazioni, mentre con estrema lentezza e attenzione addobbava il suo albero di Natale.
“Nonna, facciamo anche il presepe hai delle cose bellissime, dove le hai prese? Anche ai tuoi tempi esistevano i mercatini? Questi oggetti non li trovi in vendita da nessuna parte.”.
La nonna lo guardò e poi lo avvolse in un abbraccio. Poi lo prese in braccio e si sedette sulla poltrona dinanzi al caminetto.
“Sei curioso Leo, e allora ti racconto una storia. Quando ero giovane e birbante come te, non c’erano tante cose, e i miei genitori preparavano l’albero con tanta cura e amore. Mio padre, con il legno, faceva piccoli addobbi che poi colorava con maestria e mia madre inseriva le bocce con un tocco di eleganza sull’albero. Ogni anno arrivava qualche addobbo nuovo e così, anno dopo anno, le decorazioni si sono moltiplicate. Poi arrivo io, con la voglia di fare che hanno i bambini e combinavo qualche piccolo guaio. Volevo mettere le palline, le volevo mettere in alto e qualcuna mi cadeva rompendosi”.
“Ma nonna”, riprese Leo, “dovevi prendere quelle di plastica, quelle non si rompono neanche se cadono dalla finestra… io faccio così”.
La nonna sorrise e propose al suo adorato una calda tazza di cioccolata con teneri biscottini. Terminata la gustosa merenda, ripresero il loro lavoro.
L’albero si arricchiva di addobbi antichi che il piccolo passava alla nonna. Ma ad un certo momento allarmato, sussultò:
“Ma questa pallina è rotta, dobbiamo buttarla”.
La nonna preoccupata la prese in mano osservandola attentamente. “Dove l’hai trovata?” disse sorpresa, “pensavo di averla buttata via tanto tempo fa, ma invece è ancora qui”. La inserì nella parte alta dei rami dell’albero.
“Ma è rotta, perché la metti sull’albero?” disse Leo con grande stupore.
“Questa pallina era una delle mie preferite, ha decorato tanti alberi e ho passato con lei tante feste di Natale. Se potesse parlare, ti racconterebbe milione di cose, emozioni, gioie, lagrime, pezzi di vita. Ma un giorno maldestramente l’ho rotta, facendola cadere. Pensavo di averla buttata via per sbaglio, ma tu l’hai ritrovata. Grazie Leo, mi hai fatto un regalo magnifico”.
“Non capisco, comunque, se per te è un gran regalo, sono felice di avertelo fatto”. Rispose Leo.
La nonna lo abbracciò replicandogli: “Non serve la bellezza per stare bene, ma ricordare quello che hai vissuto con gioia perché è la forza per camminare nel domani”.
Leo si staccò dall’abbraccio e riprese “Sei strana, ma forse ho capito. Le cose vecchie possono racchiudere tanti ricordi, come le persone che incontriamo oggi e perdiamo domani. Ma se il ricordo rimane sembrerà di non aver perso niente. Che bella storia! La ricorderò per sempre. Buon Natale nonna”.
Scoppiarono a ridere e poi rimasero abbracciati in silenzio, mentre la pallina rotta osservava la scena.
Nella notte la pallina disse alle sue compagne “Non avrei mai pensato di ritornare a luccicare insieme a voi, ma questa è la magia del Natale che rende veri i nostri sogni. E così avrò un altro ricordo per sorridere anch’io domani. Ora silenzio belle decorazioni, e ascoltate le campane, forse riusciamo a vedere ancora Babbo Natale.”
Buon Natale a tutti
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