di Rita Giovanna Cavicchi
Qui, vicino al mio camino,
sto leggendo attentamente
letterina di un bambino
oltremodo coinvolgente.
“Ciao – mi scrive già all’inizio –
aiutato dalla mamma
sto scrivendo, non per sfizio,
e non voglio che sia un dramma.
Io ti mando una missiva
anche se ho difficoltà,
perché ho la prospettiva
di cambiar la realtà.
Ho problemi, avrai capito,
non mi muovo agevolmente.
Forse è stato stabilito
che io fossi più paziente.
Hai un regalo tu per me?
Mi va bene ogni oggetto.
C’è un motivo, c’è un perché:
cerco solo grande affetto.
Ti saluto con dolcezza,
so che tu mi puoi capire.
Ti spedisco una carezza
e ti prego… non sparire!”
Caro amico, amico caro,
sono il tuo Babbo Natale,
il tuo scritto è molto chiaro,
già stringato, ma essenziale.
Son sorpreso, stupefatto.
Senza alcuna debolezza
tu mi spieghi in modo esatto
che significa ricchezza.
No, non contano i regali
e neppure il denaro,
che si sappia negli annali
il tuo amore quanto è caro.
Tu sei dolce, tu sei forte,
sei la cosa più importante,
melodia di pianoforte,
rendi il mondo più brillante.
Non c’è dono che compensi
quel che tu mi hai regalato.
Son momenti così intensi
che mi hanno un po’ spiazzato.
Io non sparirò, è sicuro!
Con il dono che ti invio
qui ti dico: tieni duro,
se hai bisogno ci son io!
***
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