di Giuliana Pauri
Ninetto era un piccolo, piccolo ragnetto ma con desideri grandissimi. Avrebbe voluto avere una ragnatela grande grande, tantissimo spazio per muoversi liberamente a destra e sinistra, senza doversi preoccupare mai di nulla.
Il suo più grande dispiacere era che, mentre tutti i ragni costruivano la loro ragnatela con tanti cerchi, lui non ci riusciva era solo capace a farla come una rete, con tanti quadrati. Per quanto si sforzasse e s’impegnasse sempre e solo a quadrati veniva; dopo tanti inutili tentativi vi aveva rinunciato.
La sua attuale ragnatela l’aveva costruita tra due rametti che formavano una V ed era riparata dal vento e dal sole dalle verdi foglie dei due rametti. Il luogo non era male, ma proprio di fronte, tra due grandi rami, c’era una grande ragnatela a cerchi con un ragno grande dieci volte Ninetto.
Per Ninetto avere sempre dinanzi agli occhi l’oggetto dei suoi desideri, sapendo che non ne avrebbe mai avuta una simile, era un dolore continuo.
Passava, così, le giornate a guardare ed invidiare il grande ragno, sognando di avere anche lui una ragnatela così grande da fare invidia ai suoi amici.
Fu così che una mattina lo vide allontanarsi per sempre: non riusciva a credere che se ne fosse andato definitivamente.
Per tre giorni attese il ritorno mentre l’idea di impossessarsi lui della ragnatela lasciata dal grande ragno si faceva strada prepotentemente nella sua mente. Il quarto giorno prese la sua decisione, avrebbe lasciato la sua ragnatela e sarebbe andato a prendere possesso della grande ragnatela.
Armato di tutti i suoi bagagli cominciò il cammino per la nuova ragnatela; anche se vicina, per lui che era piccolino, era pur sempre un lungo viaggio.
A metà strada si voltò, non per salutare la sua ragnatela, quanto per vedere che effetto faceva a vederla da lontano.
Piccolina come era si vedeva appena, ma dovette riconoscere che in fondo era graziosa e fu così che ripensò a tutti i momenti belli che vi aveva passato ed alla gioia che aveva provato quando era, finalmente, riuscito a terminarla visto che era la sua prima ragnatela.
Più si avvicinava alla grande ragnatela più i dubbi lo assalivano. Cosa avrebbe fatto se si fosse rotta? Grande come era quanto tempo avrebbe impiegato per andare da un punto all’altro lui che era così piccolino? Avrebbe dovuto dire addio ai deliziosi moscerini, tanto zuccherini, che venivano dalla vicina vigna, con la nuova ragnatela non li avrebbe più catturati.
Tenere ordinata ed efficiente una così grande ragnatela sarebbe stata un’ardua impresa.
Nel pomeriggio era piovuto e come al solito nella sua ragnatela ad ogni incrocio del filo sicuramente c’erano piccole goccioline intrappolate ognuna con il suo bel arcobaleno e il leggero vento che le faceva muovere produceva un dolcissimo tintinnio di campanello. Vista da vicino la grande ragnatela non era poi così bella, in qualche punto il filo di seta era rotto e doveva essere riparato prima che tutta la ragnatela si rompesse.
Ninetto era veramente stanco e decise così di rimandare tutto all’indomani.
La notte non passò tranquilla per Ninetto, quello che per la sua piccola ragnatela era un leggero venticello, per la grande ragnatela era un forte vento che scuoteva impetuosamente la ragnatela, costringendo Ninetto a tenersi saldamente al filo di seta per evitare di essere traportato lontano. Dopo una notte passata quasi in bianco, Ninetto si addormentò, ma fu svegliato da un forte battito d’ali; guardò in su e proprio nella parte più alta della ragnatela, vide imprigionato un grande calabrone.
-C i b o !!!!!!!!!!!-
Pensò Ninetto, ma subito si rese conto che avrebbe dovuto andare a prenderlo e poi, problema più grande, come l’avrebbe conservato? Perché si sa che i ragnetti non posseggono un frigo. In quel momento rimpianse i deliziosi moscerini.
I giorni seguenti furono pieni di tanti lavori da fare: riparare un filo rotto, sistemare meglio la ragnatela ai rami perché non si muovesse troppo al più piccolo alito di vento; insomma per Ninetto non vi fu giorno che non lavorasse, di notte poi la leggera brezza faceva ondeggiare la grande ragnatela in maniera così forte che non riusciva a dormire bene e la mattina si svegliava più stanco della sera.
Dopo quattro giorni non era riuscito ancora a visitarla tutta, tanto era grande.
Ninetto cominciava a rimpiangere la sua piccola ragnatela tutta precisa ed ordinata e fu proprio la quinta sera che, guardandola di lontano, una lacrima gli scese piano piano. Proprio quella sera scoppiò un temporale, Ninetto si svegliò tutto bagnato di pioggia, mentre la ragnatela, illuminata dai fulmini, veniva scossa violentemente dalle raffiche di pioggia.
Ninetto cominciò a tremare dal freddo e dalla paura e pensò:
– Se un semplice temporale estivo si sente così forte, cosa accadrà in inverno e con la neve?-
Fu allora che prese una grande decisione:
– Basta, domani me ne torno alla mia ragnatela, non né posso più, ora comincio a capire perché il grande ragno è andato via!-
Il giorno albeggiava appena e già Ninetto era sulla via del ritorno. Voleva arrivare il più presto possibile perché aveva paura che qualche ragnetto, piccolo come lui, se ne appropriasse. Man mano che si avvicinava alla sua vecchia ragnatela la trovava sempre più bella e quando, finalmente, la raggiunse, gli sembrò di sognare: era tornato a casa.
Stanco, ma felice, si addormentò nel suo angolo preferito pensando:
– A volte capita che invidiando la roba degli altri non ci si accorga del grande tesoro che uno ha. –
***
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Ottimo racconto, brava Giuliana!!!!!
Oggi, in questo periodo non sempre è facile insegnare ai nopoti qualcosa che li aiuti a ragionare sulla vita.
Ottimo racconto. Complimenti
Mi fa piacere che il racconto.dia piaciuto
conoscevo gia’il delizioso racconto e non occorre ripeterti quanto ho apprezzato la delicatezza dei sentimenti e la kogica della morale .bravissima !!
Oggi è importante insegnare ad apprezzare ciò che si possiede.
Bellissimo e delicato complimenti Giuliana mi è piaciuto molto.
zracconto con una piccola morale molto .importante
Ai bambini bisogna insegnare con parole dolci ed immagini anche piene di fantasia
Complimenti
Decisamente molto apprezzato il vommento
Mi piace molto questo racconto, complimenti alla scritttrice.
Grazie infinite per il commento.
Piccolo racconto semplicemente profondo e simpatico.
Magnifico . Un racconto davvero bello
Leggere il racconto ti sembra di essere in un bosco di montagna dove regna indisturbata la natura, chiudi gli occhi e vedi proprio la piccola ragnatela tessuta tra due rametti. I racconti di Giuliana sono sempre densi di emozioni e di sapienza con una piccola punta di nostalgia.
Un commento veramente bello,l’ho apprezzato molto. Grazie di cuore.
Decisamente un giudizio pieno di una delicata poesia
Semplicemente bello questo racconto.
Racconto toccante dal significato profondo!
Giuliana….., che dire i tuoi racconti sono il sale per le menti. La tua sensibilità è insegnamento di vita.Ogni volta che affronto un tuo racconto vengo rapito dall’immaginazione. Continua così……
Bel commento!. Grazie
La fantasia è compagna di vita.
Complimenti Giuliana!!!!
Ninetto il ragnetto è stato proprio
Furbetto….
L’erba del vicino è sempre più verde
vien detto….
ma se ci pensi….ciò che possiedi è un
tesoro perfetto….
Il suo commento al mio racconto mi ha fatto.molto piacere.
Brava Giuliana
Un piacevole racconto
Bellissimo racconto!
Brava alla scrittrice ottimo racconto
Decisamente un bel commento
Mi dispiace che il mio commento alla tua valutazione non dia pubblicato Grazie mille mi è piaciuto molto.
Il suo commento al mio racconto mi ha fatto.molto piacere.
Spero tu scriva racconti per bambini, si arriva ad una morale attraverso una scorrevole narrazione.