di Clara Marelli
La sveglia, quella verde con il vetro bombato e le lancette color bronzo a forma di freccia, smette di ticchettare alle 20,26 del 13 gennaio. La carica si è esaurita di nuovo oppure sono saltati gli ingranaggi? Si ferma. Per sempre.
Nessuno se ne accorge: sono tutti intorno al letto a tenerti la mano per non lasciarti sola con l’ultimo respiro. Solo io la sento, la sveglia che si ferma. La sento e la vedo anche se sono all’altro capo del telefono, distante duecento chilometri.
Nitido davanti ai miei occhi il gesto ripetuto meccanicamente: con la mano sinistra la impugni e con la destra ruoti la chiave prima che si scarichi del tutto e si debba andare sul terrazzo per sincronizzarsi con l’orologio del campanile. Dentro la testa risuona ogni secondo scandito: quanti sono? Da quanti anni la possiedi? Era già vecchia nei miei ricordi di bambina.
Tutto il giorno avete atteso, con un filo sempre più esile di speranza, che rispondessi alle insistenti chiamate.
Tutto un giorno e tutta una vita condensati in pochi istanti.
Restano la musica prodotta dai tuoi zoccoli che danzano nello spazio ristretto tra i fornelli e l’acquaio e le macchie di ragù sulle piastrelle.
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Intenso, emozionante, struggente; si legge con gli occhi ma si sente nel cuore.
Grazie Manolo, era proprio quello che volevo trasmettere.
Struggente, dolce, belle le immagini evocate con sentimento ma senza mai cadere nella trappola del sentimentalismo.
La capacità attraverso la parola di creare immagini e emozioni è capacità di pochi. Qui puntuale arrivano tutte e due dritte al cuore.
Complimenti
Robert
Grazie Roberta, sono felice che abbia generato questo.
Poetico ed emozionante.
Ci si ritrova all’istante dentro questo pezzo di vita. Il rumore dei ricordi evocati è così intenso che, per un attimo, ho sentito anche io quella sveglia ticchettare.
Complimenti
Chiara
Grazie Chiara per le belle parole.
Molto emozionante, in poche righe riesce a trasmettere dolcezza e amore di fronte alla morte. Bello.
Semplice, nitido, musicale. Non è qualità comune saper trasmettere emozioni e trascinare nel racconto. Prova degna di nota.
Non mi era mai capitato di provare tante emozioni leggendo un racconto così breve.
È una poesia più che un semplice racconto, è una dichiarazione d’amore per chi ci sta lasciando, un estremo saluto che travalica il tempo e lo spazio e denota una estrema sensibilità ed empatia che solo due esseri che hanno condiviso tanto possono sperimentare. Complimenti vivissimi all’autrice che mi auguro di leggere ancora.
Emozioni dolci e sensibili anche davanti a un evento come la morte che in questo caso ce la fa apparire come un cosa naturale e quasi solo un dolce addio
Il talento di uno scrittore consiste nel saper attingere da esperienze personali per trasmettere emozioni universali, che toccano il cuore e l’anima di tutti noi. Questo breve racconto riesce perfettamente nell’impresa, e meravigliosa e’ anche la trasfigurazione poetica degli oggetti quotidiani che esprime il rapporto intimo tra i personaggi. Una piccola perla, grazie Clara.
In poche parole la descrizione di un istante così intenso.. Complimenti
Grazie Carlotta per aver dedicato pochi minuti alla lettura. Grazie ancora