di Sabrina Ginocchio
Di buon’ora sono sul terrazzo con la tazzina in mano e sorseggio un caffè. Il vapore appanna i miei occhiali, offuscandomi per un breve istante il paesaggio.
Ieri pomeriggio un temporale estivo scoppiato all’improvviso aveva tramutato il paesaggio rendendolo ostile. Ora l’aria mattutina mi accarezza e mi avvolge di una pace profonda tanto presente da essere quasi palpabile.
Davanti ho il mare che, nuovamente silenzioso e calmo, mi fa compagnia. Vorrei offrirgli un sorso, ma potrebbe agitarsi, lo sappiamo tutti che il caffè non si sposa col sale.
Fisso l’orizzonte, mi attrae vedere il cielo e il mare che si sfiorano, nella mia testa lo so che non si toccano, ma loro tracciano un’unione, un confine così perfetto da sembrare tirato giù con riga e matita creando una perfetta armonia.
Appare uno stormo di gabbiani. Delicati sfiorando il mare, si posano sopra gli scogli e rivolti verso l’orizzonte emettono un delicato garrito: annunciano il nuovo giorno, salutano il mare e leggiadri riprendono il volo.
Guardo la tazzina ora è vuota, ma percepisco ancora il suo aroma così intenso e dolce. Sì, molto dolce perché metto due cucchiaini e mezzo di zucchero.
Il sole inizia a farsi sentire e mi sta scaldando le spalle. Devo andare a lavorare, ma continuo ad ammirare il mare che, racchiuso in una tazza infinita, mi dona sorsi di bellezza: una bellezza naturale senza filtri.
La natura ci insegna ad andare avanti, a non pensare al temporale che è passato, perché dopo ogni tempesta ritorna l’armonia.
Il mare è come il caffè: borbotta ma poi si placa donandoci intensi sorsi di armonia.
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