Scrivere un breve racconto con le parole: dicembre, freddo, neve e finestra.
Scrivi una breve storia che contenga, al suo interno, le quattro parole: dicembre, freddo, neve e finestra.
Siete pronti??? Le grandi sfide del periodo Natalizio di Lettera32 Il Blog sono appena iniziate… ⛄🎅🎄
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Scrivete una breve storia, anzi… brevissima… utilizzando un massimo di 150 parole, che contenga le seguenti parole: dicembre, freddo, neve e finestra.
L’ordine di scrittura delle parole lo decidete voi. Esempio: potete iniziare con finestra e finire con freddo.
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E’ tempo di Natale… ma anche di tante storie da mettere e raccontare sotto l’albero! Che dite…??!? Sempre una bella sfida! Volete provare a superarla???!
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❌ATTENZIONE ❌
📌Regole dell’esercizio di scrittura (leggere con attenzione):
– scrivete nei commenti sotto questo articolo;
– si può scrivere solo un commento a persona;
– utilizzate fino ad un massimo di 150 parole;
– la frase deve contenere le parole: dicembre, freddo, neve e finestra;
– per il conteggio delle parole fate attenzione a questo esempio: “l’albero” sono due parole e non una. Il computer, visto che sono attaccate, ne considera solo una, sbagliando il conteggio finale.
ATTENZIONE: la breve storia/frase, per essere pubblicata su Lettera32 Il Blog, deve essere INEDITA e non pubblicata né su carta (libro/riviste/ecc.), né su e-book, né tantomeno su nessun altro canale, sito, social, ecc.. Tutti coloro, che non rispetteranno questa regola, verranno esclusi dall’iniziativa con la conseguente cancellazione del loro breve componimento.
👉 Le storie più carine e significative verranno pubblicate sui canali del Blog Lettera32.
“Scrivere… scrivere… scrivere… occorre fare sempre esercizio con penna e foglio in ogni modo e maniera.”
Questo il link del nostro sito, dove trovate gli esercizi di scrittura da noi proposti:
Esercizi di scrittura.
Cosa aspetti… elabora le idee e… scrivi adesso nei commenti!!!Le pubblicazioni delle frasi non seguiranno un calendario preciso, quindi… continuate a seguirci tutti i giorni, come fate sempre!
Queste le frasi selezionate.
Buona Lettura.
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“Sono qui. È DICEMBRE e non servono molte parole per descriverlo. Alberi spogli. Strade assiepate di gente. Regali impacchettati. Parole di ringraziamento. Feste. Candele. FREDDO. Certezze e nuovi propositi.
Sono qui. In viaggio, per raggiungere la mia destinazione. La vita, in fondo, è questo. Un continuo avvicendarsi di bene e male, di regali dati e ricevuti, di voli in alto e di cadute, di effetti e conseguenze.
Sono qui. E mentre immagino ciò che è stato, mi preparo a ciò che sarà. Non sento nulla, solo un leggero brusio di sottofondo. Forse è una musica di un artista che, certamente, non conosco.
Sono qui, sto cadendo in silenzio o, forse, sto volando urlando. Scorgo un uomo alla FINESTRA, sta sorridendo, ne sono certa. Osservo tutti dall’alto e sorrido a mia volta.
Sono NEVE, sono la neve che tutto imbianca e indora.”
Mar Ia
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“… E finalmente era arrivato DICEMBRE. Come ogni anno, da tanti, tantissimi anni… così tanti che ormai non ricordava più neanche quanti! Se ne stava lì, al calduccio, in poltrona, accanto al camino, sbirciando fuori dalla FINESTRA. La NEVE cadeva lenta in grandi fiocchi che si poggiavano morbidi su ogni cosa intorno, ricamando il paesaggio di candidi merletti… Era dura pensare di lasciare il tepore confortevole di casa per uscire al FREDDO, ma lui non avrebbe rinunciato al suo appuntamento per niente al mondo: i bambini lo stavano aspettando… Mentre pensava ai sorrisi e ai pensieri che in quella serata attraversavano i volti e i cuori dei più piccoli, ecco la voce di Mrs Claus: “La tua cioccolata calda, Babbo Natale: gli elfi e le renne ti aspettano, è ora di andare!”.”
La maestra Giò
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“DICEMBRE d’illusione
Ibernati sentimenti
FREDDO il cuore della casa
Mentre il naso appiccicato
Al vetro
Della FINESTRA che respira
Offusca lo sguardo
Come la NEVE i colori
Delle macchine
Parcheggiate qui sotto…
Riconosco la tua
Che a fatica nel gelo parte
Senza un saluto
Senza voltarsi…”
Aristide Maspero
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“Amo tutte le stagioni, certo, la primavera con i suoi fiori, l’autunno con i suoi colori, l’estate con il suo mare. C’è poi la stagione magica, sì, per me è davvero magica, quella che porta serenità e tanta gioia, sì, l’inverno con il mio amato Natale. Attendo così DICEMBRE con l’animo di una bambina, con la voglia di giocare con la NEVE, guardare il suo lento e silenzioso cadere. Amo fare lunghe passeggiate, con il FREDDO che mi aiuta a schiarire i miei pensieri, mentre guardo incantata le luci colorate lungo le strade. Così attendo il natale guardando il cielo dalla mia FINESTRA, nel profumato abbraccio di una cioccolata calda.
Tutto diventa poesia intorno, tutto diventa speciale… in fondo è proprio questa la magia del Natale.”
Marina Zunica
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“Mi avvolgo più che posso nella coperta ruvida per proteggermi dall’aria gelida. Un DICEMBRE così FREDDO non lo ricordo. Ma i ricordi, per uno nella mia condizione, vanno e vengono come gli pare. Profumo di tortellini in brodo. Luci intermittenti. Doccia calda. Maglione azzurro con le trecce. Buona giornata amore. Ciao papà. Dove ho messo le chiavi dell’auto? Ricordati di invitare tuo fratello per il pranzo di Natale… Serro di colpo quella FINESTRA sul passato. Eccoli lì i ricordi peggiori, quelli più dolorosi e amari. Mi alzo dalla branda rabbrividendo, indosso il cappotto troppo grande, arrotolo la sciarpa per nascondere il volto mal rasato, e senza salutare nessuno esco dall’enorme capannone. Le strade sono tutte imbiancate. Con la faccia rivolta all’insù, a bocca aperta, assaggio i fiocchi di NEVE che cadono. Pochi mi guardano, quasi nessuno mi vede, mentre un ricordo tinge d’infanzia un’altra alba da senzatetto.”
Veronica Perreca
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“Approfittammo della tempesta di sabbia per dormire vicini, nella tenda. Era il 31 DICEMBRE, capodanno nel deserto. Eravamo felici di quella felicità pazza che sappiamo fugace. Era FREDDO e tu mi chiedesti della NEVE. Non era facile raccontare la neve a un uomo della sabbia, ma l’amore rende onnipotenti e ti narrai di me bambina, cresciuta in un paese del nord dalle lunghe notti rischiarate dal bianco del ghiaccio e delle ore davanti alla FINESTRA a seguire quel fluttuare di farfalle evanescenti e inesauribili. Talvolta mi addormentavo lì davanti, ma per magia mi svegliavo l’indomani rintanata sotto il piumino. Quella notte, mentre la sabbia tormentava la tenda sognasti la neve, e me bambina. E io sognai che tu mi sognavi.”
Silvestra Sbarbaro
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“Preparare la “Crostata di DICEMBRE” unendo velocemente con le mani farina, zucchero e burro fino a creare delle briciole. Formare una palla, coprire con pellicola e mettere in frigo. Dopo una mezz’ora stendere l’impasto FREDDO con un mattarello e adagiarlo su uno stampo imburrato. Versare sopra la marmellata. Decorare con strisce di pasta frolla disposte come una FINESTRA a quadri. Cuocere in forno. Quando la crostata è fredda, decorare con fiocchi di panna montata a NEVE!”
Luisa Aresu
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“Anche stasera, dopo una giornata interminabile, mi soffermo con piacere qualche minuto ad osservarti dalla mia FINESTRA, mio dolce e caro DICEMBRE. Arrivi per ultimo, ma sei il più emozionante, riesci a trasmettere gioia, pace e donare uno stato d’animo speciale ed unico. Nonostante il FREDDO dei tuoi giorni e delle tue notti, riscaldi il cuore di tutti noi, come fai? Non l’ho mai capito fino in fondo, forse è proprio questo il mistero che ti rende così speciale e magico? Guardo ed osservo tutto, nei minimi dettagli, questo paesaggio familiare intorno a me. Stasera a farmi compagnia scende lieve anche lei, la NEVE, sempre soffice, bianca, brillante, vuole abbracciare le lucine che si accendono, sono colorate e con i loro giochi di luce, sembrano comunicare in un linguaggio indecifrabile per noi essere umani.
Eppure c’è chi lo capisce… lo sguardo di quel bambino appena nato.”
Simona Pruiti
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“Il FREDDO silenzio attraversa la mia anima, come una lama in questa strana sera di DICEMBRE. Sola guardo fuori dalla FINESTRA, nel buio nulla che arriva al mare. Improvvisi, candidi fiocchi di NEVE si librano nell’aria danzando. Lacrime dolci riempiono i miei occhi, scorrono sul viso fin sulle labbra. La lingua le assapora. Mi percorrono arrivando al cuore. In un istante mutano la solitudine in emozione. Una risata sgorga gioiosa ed è musica che echeggia nella stanza. Un attimo e sono fiocco fra i fiocchi. Danzo leggera, sicura, rigenerata…”
Lucia Canepa
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“Ricordo esattamente quel 24 DICEMBRE: faceva molto FREDDO e la NEVE fioccava veloce, quasi a coprire con il suo candido manto il dolore profondo che gravava sul mio cuore… L’ascensore dell’ospedale era strapieno ed io avevo fatto le scale due gradini alla volta per correre da te… Eri adagiato sul letto, lo sguardo perso nel vuoto… Fu in quell’attimo che ti accorgesti di me e mi donasti il tuo ultimo sorriso stringendomi la mano con le poche forze che ti erano rimaste. Dalla FINESTRA scorsi una piccola colomba bianca alzarsi in volo per traghettare la tua anima verso l’infinito…”
Viola Vella
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“Natale”
Il Natale si stava avvicinando e Alice ogni giorno, appena alzata, si affrettava a guardare dalla FINESTRA se, nella notte, avesse nevicato. Mancavano pochi giorni , ma ancora niente NEVE, soltanto raffiche di vento forti, pioggia abbondante e FREDDO. Pioveva dai primi giorni di DICEMBRE, tanto che la mamma Margherita le aveva comprato gli stivali per la pioggia. Alice non voleva indossarli e diceva :
“Mamma mi pesano i piedi, mi sembra di avere le pinne.”
Ormai Alice non sperava più di vedere la neve, ma proprio la notte di Natale sogna Babbo Natale che le dice:
“Voglio portarti a passeggio tra le nuvole e farti scoprire dove nasce la neve.”.
Alice rincorreva felice i fiocchi di neve, tentava di acchiapparli, camminava sulle nuvole come su un tappeto volante.
Il suo desiderio si era avverato, ora poteva svegliarsi contenta.
Antonella Parisi
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“Eccomi qua, di nuovo legato a questo letto, stordito e con il FREDDO che mi entra nelle ossa. E’ inverno dentro e fuori di me. Eppure questa volta proprio non me lo sarei aspettato. La crisi non è stata poi così violenta, paragonata all’ultima. Ma mamma, non ha voluto aspettare il peggio. Un po’ la capisco. Povera donna, avere a che a fare con me è una lotta quotidiana. Ormai è più il tempo che passo qua dentro. E questo TSO di DICEMBRE proprio non ci voleva, chissà se per Natale sarò fuori. Ma forse è meglio se resto qua, almeno i miei potranno sedersi a tavola tranquilli, il giorno di Natale. Chissà quando mi trasferiscono a reparto. Speriamo che mi danno il letto vicino alla FINESTRA, come l‘ultima volta, cosi guardo fuori. Ne sta venendo proprio giù tanta, di NEVE.”
Delia Esposito
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“Il 22 DICEMBRE, vigilia della mia partenza, era finalmente arrivato. Lo stavo aspettando fin dall’inizio dell’autunno. Io amo il freddo più del caldo e quindi le vacanze natalizie in montagna più di quelle estive al mare. La NEVE poi mi manda addirittura in visibilio sin da quando ero bambino. Avevo già tutto pronto da 2 giorni. Dopo il lavoro tornai difilato a casa e preparai la cena, ma nel consumarla avvertii una certa difficoltà a deglutire. Mi diedi dello stupido per aver viaggiato in macchina col finestrino semiaperto, confidai, però, in un fastidio momentaneo e di scarso rilievo. Purtroppo non fu così. La notte ebbi circa 39 di febbre e sentii le tonsille terribilmente infiammate. Capii che ormai ero condannato alla reclusione domestica. Per tutta la notte la NEVE scese abbondantemente in città e a me non restò che ammirarla con grande rammarico attraverso i vetri della mia FINESTRA.”
Angela Acquaviva
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“Il Natale del figlio”
Dispensando speranza e conforto a destra e a manca, a fine giornata, mi saliva il FREDDO in pancia, ma una grotta-FINESTRA sul mondo sotto una NEVE espansa, mi ricordava già quanto aspro ma gratificante fosse il sentiero che porta in alto verso la luce, ed ancor oggi, in questo DICEMBRE del nuovo millennio, dall’alto dei cieli, rinnovo il mio amore nella gioia del Padre Celeste, e come da tradizione benedico presepe e alberello.
Marco Capo
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Come ogni mattina si svegliò con la prima luce che filtrava dalla FINESTRA. Si vestì in fretta, il FREDDO della notte aveva invaso la casa. Uscì a prendere della legna, i passi lenti e attenti per non scivolare sulla NEVE. Tutto intorno solo i rumori del bosco. Accese la stufa e mise a scaldare del caffè d’orzo. Diede un occhio al calendario, ogni sera faceva una croce sul giorno che stava finendo, per non confondersi con il trascorrere del tempo. Segnava il 25 di DICEMBRE.
Iniziò a tagliare le verdure e la carne e mise tutto a cuocere in una pentola. Cercò nei cassetti la tovaglia che usava per le occasioni speciali e apparecchiò la tavola per due, uno di fronte all’altro. Prese dalla mensola il portafoto d’argento e lo poggiò sul tavolo. Il volto della moglie lo guardava sorridendo. “Almeno a Natale pranzeremo come se fossimo ancora insieme.”
Daniele Semplici
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“Amore, non riesco a dormire. Ho fatto di nuovo quel brutto sogno e sto tremando per il FREDDO. Mi puoi prendere una coperta? Sai dove sono, vero?”
“Ancora quell’incubo? Come devo dirtelo? Sta bene. Ci chiama ogni giorno, perché ti preoccupi così?”
Si alzò dal letto per andare nella camera di Filippo che, da quando era partito, era diventata una specie di ripostiglio.
Lì si poteva trovare qualunque cosa, anche le coperte di riserva.
Una luce blu proveniente dalla strada attirò la sua attenzione.
Si avvicinò alla FINESTRA.
Una pattuglia dei carabinieri era ferma davanti al loro condominio.
“Non li invidio” pensò tra sé “muoversi di notte a DICEMBRE con le strade coperte di NEVE non deve essere piacevole. Chissà cosa è successo questa volta. Probabilmente il solito litigio dei Riva”.
Il suono del campanello ruppe il silenzio.
E, ancor prima di rispondere, capì che quegli incubi erano diventati realtà.
Alberto Favaro
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“Nascita”
“Finalmente stavo per diventare mamma. Ero emozionata, felice e perché negarlo anche tanto impaurita. Il lieto evento era previsto per il 28 DICEMBRE e quel giorno mi recai in clinica senza avvertire nessun sintomo. Faceva un FREDDO terribile e sui monti vicini si vedeva il bianco della NEVE caduta nella notte. La bimba arrivò con parto cesareo, bellissima con tanti capelli ritti in testa. Dopo qualche giorno, con lei in braccio, aspetto dietro la FINESTRA mio marito che ci porterà a casa.”
Ada Giordanelli
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“Babbo Natale guardava dalla FINESTRA le renne che riposavano tranquille. Attendeva il momento giusto per saltare sulla slitta colma di doni e partire per consegnarli ai bambini poveri e a quelli malati. Aveva deciso di portare gioia a chi non ne aveva mai avuto. Era proprio vero, stava diventando un vecchio sentimentale! Faceva FREDDO quella notte di DICEMBRE e Babbo Natale strofinando le grosse mani stappò una bottiglia di rum, che tracannò in un sorso. Le sue gote e il grosso naso si tinsero di rosso e lui si sentì allegro. Improvvisamente iniziò a scendere lenta la NEVE. Era giunto il momento.”
Andreina Moretti
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“Un DICEMBRE di tanti anni fa, quando si avvicinava il Natale, me ne stavo davanti al camino a guardare la neve che cadeva giù. Era il sabato che precedeva il Natale, avevo già fatto l’albero ed il presepe, faceva FREDDO ed io andavo a calpestare la NEVE. Quando tornavo a casa, guardavo dalla FINESTRA i fiocchi cadere, mentre la legna crepitava nel caminetto acceso. Era bello stare a guardare fuori ascoltando un cd di Natale, gustando una tazza di cioccolata calda o un bel caffè bollente. Tutte le volte in cui a dicembre cade un po’ di neve, mi vengono in mente quei giorni indimenticabili, in cui aspettavo il Natale con il mio paese imbiancato. Sono cinque inverni che la neve non si fa rivedere da noi e quando arriva dicembre, penso sempre con un velo di nostalgia a quei giorni indimenticabili in cui sognavo un Natale imbiancato.”
Claudio Lucchesi
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Il nostro gatto aveva l’abitudine di uscire la sera e di arrampicarsi nei posti più impensati: forse amava vedere il mondo dall’alto! Era un FREDDO mattino di DICEMBRE. Nella notte aveva nevicato ininterrottamente e fuori c’era più di un metro di NEVE. Guardando dalla FINESTRA vidi il nostro micione imbiancato e intrappolato su una tettoia. Con pale e scarponi partimmo immediatamente per il salvataggio. Rientrammo bagnati e semi-congelati, ma contenti e lui non tornò più su quella tettoia: chissà mai perchè…
Giovanna Cavicchi
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Nella soffitta di casa non sono mai salita, perché terrorizzata da qualche eventuale incontro spiacevole. Un sogno mi ha rivelato che lì mi sta aspettando un ricordo di mia nonna, pronto a farmi viaggiare nel tempo. Un pomeriggio di DICEMBRE, mentre gioco con la mia gattina, il mio sguardo si posa sulla botola della soffitta. Afferro la torcia e, ascoltando le fusa di Lili accomodata nel cappuccio della felpa per ripararsi dal FREDDO, arrivo a destinazione. Il buio non è totale, grazie a una graziosa FINESTRA di legno tinta d’azzurro. Sotto, c’è il baule sognato, intarsiato e decorato con motivi floreali. Al suo interno, un tesoro: lettere di Natale scritte con inchiostro e calamaio. Afferro il plico avvolto da un cordino rosso e un rametto di agrifoglio, lo stringo forte al petto, mentre ammiro i fiocchi di NEVE danzare nel cielo e inizio serenamente il mio viaggio.
Irene
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Pappe uscì dalla cabina telefonica. DICEMBRE era arrivato portando NEVE su ogni cosa e lei corse a casa per un bagno caldo e un tè bollente nell’attesa che, il suo ragazzo fosse passato a prenderla per portarla fuori a cena. Il FREDDO la inseguiva e salendo le scale del condominio si imbatté in un tale col cappuccio che la travolse nella sua fuga dirompente. Sul pianerottolo trovò la porta aperta e scorse un soqquadro minaccioso. In un balzo si affacciò dalla FINESTRA in cerca di aiuto ma, la strada era deserta. Corse a cercare le banconote nella scatola di latta; la trovò aperta e vuota. Si trattava di una bella somma per l’acquisto del computer di cui aveva assoluto bisogno per lavorare. Defraudata di tutto, sprofondò nel divano che era così come lo aveva lasciato, l’unico angolo rimasto intatto mentre intorno a lei regnava il caos più completo.
Pasqua Mevi
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Ogni giorno, quando lo stomaco cominciava a brontolare, correva alla FINESTRA, si arrampicava allo sgabello e con le manine appoggiate al vetro FREDDO, scrutava la fila al semaforo, impaziente di vedere quella grande macchina, bianca come la NEVE. E quando compariva come per magia, saltellava di gioia per la casa mentre la mamma buttava giù la pasta; e in un batter d’occhio tutti erano a tavola. Quel tintinnio di posate e di bicchieri rimbomba ancora nelle sue orecchie, insieme alle chiacchiere accompagnate dal profumo del caffè che sbuffava, mentre i deboli raggi di sole parevano scaldare quei sereni pomeriggi di DICEMBRE.
Cristiana
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Nella soffitta di casa non sono mai salita, perché terrorizzata da qualche eventuale incontro spiacevole. Un sogno mi ha rivelato che lì mi sta aspettando un ricordo di mia nonna, pronto a farmi viaggiare nel tempo. Un pomeriggio di dicembre, mentre gioco con la mia gattina, il mio sguardo si posa sulla botola della soffitta. Afferro la torcia e, ascoltando le fusa di Lili accomodata nel cappuccio della felpa per ripararsi dal freddo, arrivo a destinazione. Il buio non è totale, grazie a una graziosa finestra di legno tinta d’azzurro. Sotto, c’è il baule sognato, intarsiato e decorato con motivi floreali. Al suo interno, un tesoro: lettere di Natale scritte con inchiostro e calamaio. Afferro il plico avvolto da un cordino rosso e un rametto di agrifoglio, lo stringo forte al petto, mentre ammiro i fiocchi di neve danzare nel cielo e inizio serenamente il mio viaggio.
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Pappe uscì dalla cabina telefonica. Dicembre era arrivato portando neve su ogni cosa e lei corse a casa per un bagno caldo e un té bollente nell’attesa che, il suo ragazzo fosse passato a prenderla per portarla fuori a cena. Il freddo la inseguiva e salendo le scale del condominio si imbattè in un tale col cappuccio che la travolse nella sua fuga dirompente. Sul pianerottolo trovò la porta aperta e scorse un soqquadro minaccioso. In un balzo si affacciò dalla finestra in cerca di aiuto ma, la strada era deserta. Corse a cercare le banconote nella scatola di latta; la trovò aperta e vuota. Si trattava di una bella somma per l’acquisto del computer di cui aveva assoluto bisogno per lavorare. Defraudata di tutto, sprofondò nel divano che era così come lo aveva lasciato, l’unico angolo rimasto intatto mentre intorno a lei regnava il caos più completo.
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Dalla finestra Giuseppe osservava il mare. Era tornato a Ischia , in occasione del Natale, che si annunciava particolarmente freddo. Sorrise ripensando al 1984, quando aveva quattro anni…
Aveva scritto la letterina per Babbo Natale:
“Caro Babbo Natale, non ti chiedo niente. Vorrei che mi portassi un sacco pieno di neve per farmi giocare in giardino”.
Qualche giorno prima del Natale, la mamma l’aveva svegliato:”Ehi! Dopo pranzo andremo nel comune di Serrara Fontana, proprio ai piedi del Monte Epomeo! Lì sta nevicando!”
A Serrara Fontana era stata una gioia unica affondare le mani nella soffice coltre bianca! E poi il panorama dal belvedere! Terra e mare, un’unica nuvola bianca, nella quale erano appena visibili le sagome delle case e del promontorio di S.Angelo con l’istmo che lo collegava all’isola!
La mamma entrò nel salottino, con il caffè.
“Finalmente ecco dicembre! Nevicherà come nel 1984? Mah! A volte i miracoli si ripetono”.
Buongiorno Erasmo, purtroppo hai utilizzato più di 150 parole. Puoi comunque riscrivere la frase, correggendo l’errore!
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