Scrivere un breve racconto partendo da un paradosso. Elementi da utilizzare: personaggio il “GATTO”, ambiente circostante nello “SPAZIO”.
Proponiamo un esercizio di scrittura creativa molto particolare. Partendo da un paradosso, dovrete creare un breve racconto con una trama assurda ma… che funziona! Quello che vi serve? Uscire fuori dai vostri schemi mentali abituali. Navigare nel mare aperto della fantasia, dove tutto è possibile e realizzabile…
Che sfida ragazzi!!!
👉 Elementi da utilizzare in questo esercizio:
- Il personaggio: un “GATTO”.;
- Ambiente circostante: nello “SPAZIO”.
Create una trama assurda, divertitevi ad andare fuori dagli schemi… utilizzate creatività ed immaginazione!
👇
❌ATTENZIONE ❌
📌 Regole dell’esercizio di scrittura (leggere con attenzione):
– scrivete nei commenti sotto questo articolo;
– si può scrivere solo un commento a persona;
– utilizzate fino ad un massimo di 200 parole;
– il breve racconto deve parlare del personaggio (gatto) e dell’ambiente (spazio);
– per il conteggio delle parole fate attenzione a questo esempio: “l’albero” sono due parole e non una. Il computer, visto che sono attaccate, ne considera solo una, sbagliando il conteggio finale.
👇
La breve storia/frase, per essere pubblicata su Lettera32 Il Blog, deve essere INEDITA e non pubblicata né su carta (libro/riviste/ecc.), né su e-book, né tantomeno su nessun altro canale, sito, social, ecc.. Tutti coloro, che non rispetteranno questa regola, verranno esclusi dall’iniziativa con la conseguente cancellazione del loro breve componimento.
👉Le storie più carine e significative verranno pubblicate sui canali del Blog Lettera32.
“Scrivere… scrivere… scrivere… occorre fare sempre esercizio con penna e foglio in ogni modo e maniera.”
Questo il link del nostro sito, dove trovate gli esercizi di scrittura da noi proposti:
Esercizi di scrittura.
Cosa aspetti… elabora le idee e… scrivi adesso nei commenti!!! Le pubblicazioni delle frasi non seguiranno un calendario preciso, quindi… continuate a seguirci tutti i giorni, come fate sempre!
👇
👇
👇
Queste i brevi racconti selezionati.
Buona Lettura.
***
👇
👇
👇
Vuoi tornare a leggere gli altri esercizi di scrittura proposti da Lettera32 Il Blog?
Clicca su #EserciziDiScrittura.
Qui sotto troverai i commenti dei nostri autori relativi all’esercizio in questione.
👇
Diario di bordo del Capitano Fievel, Comandante in Capo della Prima missione felina nello spazio.
Ora che sono qui da un po’, devo ammettere che non è niente male: il cibo è buono e abbondante e,cosa non trascurabile, non fluttua.
Il pianeta che ci ospita, K-45678 è molto simile alla Terra, solo le case dei bipedi sono un po’ diverse: sembrano scatole. Adorabili! Non mancano giardini, boschi con ruscelli e molteplici specie di animali.
Ci sono persino quei fastidiosissimi scoiattoli. Dannati topi con le code!
Fra pochi minuti avrò un brainstorming con i miei due primi ufficiali: il Dottor. Myaw, il medico di bordo, e Spokcat, un esemplare felino davvero bizzarro ma geniale. È lo scienziato della missione. Ha questo strano modo di salutare:alza la zampa e separa gli artigli formando un angolo…mai capito a cosa servisse! Stiamo cercando soluzioni per addestrare il Jack Russel degli Smith e il Beagle dei Colin. Ottimi esploratori, fiuto e intuito sopraffini,
instancabili corridori ma…maledettamente indisciplinati e plebei.
Fine del rapporto
Croccantini e prosperità.
NELL’UNIVERSO
Ogni giorno, finito il suo turno di miagolatore da compagnia, lavoro retribuito con vitto e alloggio, Gastone si dedicava alla sua passione; osservare lo spazio con il telescopio.
Si ritirava nella sua stanza e lo puntava in alto nel cielo.
Passava delle ore a guardare le stelle e tutti i pianeti dell’universo.
L’osservazione degli astri era la sua passione fin da quando era nato, settimo di una cucciolata di dieci batuffolosi micini.
Così suo padre, il buon vecchio Aristodemo, per il suo sesto compleanno, gli aveva regalato quel potentissimo gioiellino e lui lo aveva usato fin da subito.
Gastone, affascinato dallo spazio infinito tutto intorno, adorava oltrepassare con lo sguardo quell’enorme tubo e sbirciare come trascorrevano le giornate gli abitanti di quel pianeta laggiù in fondo, che, attraverso il telescopio, sembrava così vicino.
Anche lì vi erano diversi miagolatori come lui, ma nessuno di loro aveva un telescopio.
Ogni tanto sognava a occhi aperti; sarebbe stato bello andare lì in vacanza.
Ma sapeva che per adesso non era possibile.
Intraprendere un viaggio con il razzo spaziale era molto costoso e soprattutto, anche se attraverso il telescopio sembrava dietro l’angolo, la terra era molto lontana.
Il gatto che parlava alla Luna
Magico non si sa da dove fosse arrivato, probabilmente si era perso sulla terra ed era stato raccolto la notte dell’Epifania nel giardino della propria villa da una ragazzina appassionata di astronomia. Da qui il nome che ella aveva voluto attribuire a quel gatto sia per ricordare i tre Magi, sia per il suo sguardo da felino extraterrestre.. Tutte le notti il micio, invece di raggomitolarsi nella cesta a lui destinata accanto al camino del tinello, raggiungeva il tetto dell’abbaino per miagolare alla Luna e raccontarle ciò che vedeva. Pensava che i terrestri fossero strani, perché usavano sempre e solo l’espressione “ abbaiare alla luna “ per esprimere un blaterare a vuoto verso chi non vuole ascoltare o è indifferente al discorso. Avessero saputo,diversamente, quanti miagolii lanciava egli a quel satellite amato dai romantici e quanti consigli riceveva in cambio! Ma sulla Terra ultimamente c’era molta tristezza e anche gli animi poetici non mostravano più il desiderio di guardare verso le stelle e di declamare Leopardi.
Così, prima di ritornare nello spazio, Magico chiese alla Luna di illuminare i sogni di tutti, affinché tornasse in loro la speranza e il sorriso per affrontare la vita.
-“Hai mai visto un gatto navigare nello spazio?”
– “Perché secondo te ci sono gatti naviganti nello spazio?”
Francesco era solito interrompermi con domande assurde mentre provavo a strimpellare la chitarra.
” Io l’ho sognato stanotte che Greg gironzolava nello spazio, voleva trovare la rosa del Piccolo Principe. Me la voleva regalare, era andato a cercarla. Com’è che si chiamava quel pianeta?”.
Non me lo ricordavo proprio… però in effetti erano due giorni che Greg era sparito. In realtà non era proprio il “nostro gatto”, era il gatto del palazzo, lo avevamo adottato tutti. Il giorno dopo, mi sono messo a cercarlo per tutto il quartiere. Di Greg nulla. Ad una settimana dalla domanda assurda di mio fratello ho finalmente rivisto Greg scondinzolare nel giardino. Aveva al collo da cui pendeva un ciondolo… strano per un gatto senza casa né padroni. Lo presi in braccio per accarezzarlo e vidi la scritta dietro il ciondolo: “per sempre il tuo P.P.”
Lo osservai bene: Greg sembrava veramente tornato da un lungo viaggio, era strano, aveva una luce diversa negli occhi. Avvisai Francesco che Greg era di nuovo con noi. Della rosa però non c’era traccia, unico indizio quel misterioso collare…
LO SPAZIO SI FA BELLO PER IL GATTO
Aprì pigramente gli occhi alla prima luce dell’alba, si lasciò accarezzare dal tepore del sole nascente, si stiracchiò con cura, si scrollò di dosso la rugiada della notte, si sgranchì le zampe, si lisciò le orecchie e si mise in ascolto. Era una stupenda giornata di primavera, limpida e mite; gli uccellini cinguettavano allegri, i fiori aprivano le loro corolle, riempiendo l’aria di colori e di profumi; tra le crepe delle zolle nei campi strisciavano furtive alcune lucertole, ottime prede da inseguire. Era, insomma, la giornata ideale per una passeggiata: c’erano sentieri da esplorare, rami dalle gemme verdi su cui arrampicarsi, prati rigogliosi in cui distendersi e sonnecchiare sotto il sole.
Lo spazio si guardò intorno e guardò se stesso soddisfatto. Sì, aveva fatto un ottimo lavoro, al suo risveglio, si era preparato a dovere, pensò tra sé e sé quell’ampio spazio di campagna. Aveva reso tutto pronto, tutto perfetto perché il gatto potesse incominciare la sua consueta esplorazione.