di Alessandra Ridolfi
16/01/2000
“Dovrei scendere, ma non ne ho nessuna voglia… quassù siamo in tante a metterci in fila, io ho preso di mira lui… nella testa dei suoi genitori è già Diego, per me invece è un bambino che ha l’incredibile in sé, possiederà i “poteri forti” dell’amore. Solo per lui decido di rinsavirmi da quest’inerzia, in fondo mi chiamo anima proprio perché devo trascendere l’infinito, e quanto fiato mi occorrerà per prendermi cura di lui forse non ne sono del tutto consapevole, ma Diego sì che lo è!
Lui ha deciso da tempo immemore di fare questo viaggio, io l’accompagno come da prassi, ma stavolta è diverso… dovrò aver cura di un bimbo col “cuore di fuori”, sì avete capito bene, gli ho scelto quest’appellativo perché dovrà fare delle cose straordinarie, nonostante gli si vedano tutte le emozioni percepite in quel momento. Solitamente accompagno viaggiatori con insita la loro buona dose di rabbia, gelosia, frustrazione e tanta cattiveria nascosta sotto un bel corpo… stavolta no!
Diego ha una missione da compiere giù in terra, nonostante venga deriso perché le sue emozioni sono un libro aperto per tutti, lui andrà dritto per la sua strada, non dovrà temere il peggio perché io lo proteggerò in questo viaggio miracoloso, e chissà che non si possa ripetere il tutto in qualche altra vita prima o poi, mai mettere limiti alla provvidenza!
Partiamo dunque, cosa stiamo aspettando??? Laggiù qualcuno ha bisogno di noi.
13/10/2008
“Mamma mi porti a trovare Marco oggi?” Domandò Diego alla mamma, impegnata ad attaccare gli unici due bottoni rimasti penzolanti sul suo grembiule di scuola. “Certo tra un’ora saremo in ospedale!” “Hai già preparato il regalo per lui?” Rispose la mamma guardandolo fisso negli occhi, con una punta di malinconia…
“Oh ma certo, non vedo l’ora di portarglielo, sarà strafelice quando aprirà il pacco, già me lo immagino!!!”
Gli occhi di Diego brillavano al solo ricreare la scena nella sua mente, del resto lui ci sa fare con le anime deboli, pare sia il suo forte!
L’ospedale dove era ricoverato Marco non era troppo distante dalla loro casa, così Diego poteva andare più spesso a trovare il suo amico del cuore, ma oggi era un giorno particolare, il compleanno di Marco e, cosa non da poco, avrebbe subito un intervento al cuore piuttosto delicato.
Diego si muoveva deciso, come se già sapesse il suo ruolo quale fosse, e non ne faceva un dramma anzi, ne era ben felice di portare a termine il suo compito! All’ingresso in ospedale tre medici compreso il primario, accolsero Diego a braccia aperte. Il suo cuore ben visibile dall’esterno, era pronto per iniziare una nuova avventura su un corpicino debole, ma consapevole di ricominciare finalmente a vivere!
“Mamma prendimi la scatola che ho portato da casa, custodirà il mio dono per Marco, e fai in fretta non possiamo aspettare!” Ordinò perentorio Diego alla madre assuefatta da lui ormai.
“Signora stia tranquilla, andrà tutto bene, ci aspetti qui in sala d’attesa”.
Le parole del primario risuonarono come un cattivo presagio per la mamma, che a quel punto non poteva far altro che sedersi ed aspettare, mentre vedeva scivolar via suo figlio insieme ai dottori, con in mano quel contenitore così prezioso, che lui chiamava scatola!
***
“Adesso torno in gioco io… sono l’anima vi ricordate di me?? Sono fatta soprattutto di ombre, sono il riflesso nascosto della vita, guidata da fili che vengono da mondi superiori. Oggi Diego ha portato a termine la sua missione, il suo “cuore di fuori” è stato messo in una scatola per esser donato al suo amico del cuore, e scusate il gioco di parole, ma in questo caso è d’obbligo! È pur vero che sono un’anima, ed il termine già porta con sé qualcosa di astratto, ma spazzo via le ombre che mi ricoprono e vado incontro al meglio stavolta, perché del male ne è pieno il mondo, e credetemi pesa assai.
Vai Diego sei stato mandato quaggiù in terra per un nobile scopo, far tornare a vivere il tuo migliore amico, e chi meglio di te poteva farlo???
Buon viaggio anima generosa, i pianeti interi oggi esultano con me, e tu sì che ora puoi raggiungere l’infinito!”
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