di Gregorio Febbo
Un gesto
che sa d’infinito, ora:
al di là
d’ogni confine
ho scelto me
per restarmi accanto.
Però tremo,
tremo sempre,
ma tengo stretto
il sogno mio,
un sogno proibito
che solo Dio
ha saputo capire,
perdonare, ordinare
ed infine rilegare
in prose perfette.
Vorrei ridere,
saltare cent’anni,
amare la vita,
innamorandomene già domani,
ma il silenzio
che questo cuore
porta dentro,
è come grida,
mai capite.
E in un attimo,
al tramonto dell’io,
ho compreso
che prima di notte,
sarà sera
sui prati
dell’amore,
che senza pianto,
di fiori nuovi abbonderanno.
***
Se vuoi leggere altri componimenti relativi a questa Silloge, clicca sul link: Silloge #Ombra
“Al tramonto dell’Io”