di Thea Matera
Il sole gettato nel buio
d’acqua cosmica
genera sempiterni circoli,
orbitano in ordinate ellissi
astri d’ogni forma e luce,
il suono si propaga, tace.
Un tempo spezzavamo
le fionde di festanti cacciatori,
fuggivamo fra sassaie lisce
come perle,
fra cedri accesi come stelle,
fra suoni di buccine,
urtando le parole
sopra i righi,
il bagliore negli occhi
di un cerbiatto.
“Tempus Fugit”
fra rette intersecate,
grandi cappelli
e bianche vesti di vapore,
finisce gli orci sbeccati,
s’insinua negli intrecci di vimini.
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“Tempus fugit”