Poeti e scrittori che hanno celebrato il passaggio del tempo
L’anno nuovo è un momento di bilanci, di speranze, di progetti, ma anche di riflessione sul passato e sul futuro. Molti poeti e scrittori hanno dedicato le loro opere a questo tema, esprimendo sentimenti, pensieri, desideri, paure, ironie e critiche. Vediamo alcuni esempi di curiosità letterarie sull’anno nuovo, tra classici e contemporanei.
Dante Alighieri e il capodanno fiorentino
Il sommo poeta, nato a Firenze nel 1265, seguiva il calendario fiorentino, secondo il quale l’anno iniziava il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione. Questa data coincideva anche con il primo giorno della primavera astronomica, simbolo di rinascita e di nuova vita. Dante, nella sua Divina Commedia, fa riferimento a questo capodanno in diversi passi, come nel canto XXIII del Paradiso, dove parla del “novissimo giorno” che “rinova la festa” e “rinnova la letizia”.
William Shakespeare e il capodanno elisabettiano
Il celebre drammaturgo inglese, nato a Stratford-upon-Avon nel 1564, seguiva il calendario giuliano, secondo il quale l’anno iniziava il primo gennaio. Tuttavia, questa data non aveva una grande importanza religiosa o civile, ma era solo l’occasione per scambiarsi auguri e regali. Shakespeare, nelle sue opere, fa spesso riferimento al capodanno, come nella commedia Molto rumore per nulla, dove Benedick dice a Beatrice: “Vi auguro tutto il bene che si possa augurare in questo giorno”.
Charles Dickens e il capodanno vittoriano
Lo scrittore inglese, nato a Portsmouth nel 1812, seguiva il calendario gregoriano, introdotto in Inghilterra nel 1752. Il capodanno era una festa popolare, caratterizzata da canti, balli, fuochi d’artificio e visite agli amici e ai parenti. Dickens, nei suoi romanzi, descrive con vivacità e umorismo le tradizioni e le atmosfere del capodanno, come nel Canto di Natale, dove il vecchio Scrooge, redento dallo spirito del Natale, promette di cambiare vita e di essere generoso con il suo impiegato Bob Cratchit e la sua famiglia.
Giuseppe Ungaretti e il capodanno della Grande Guerra
Il poeta italiano, nato ad Alessandria d’Egitto nel 1888, partecipò alla prima guerra mondiale come soldato volontario. Il capodanno era per lui un momento di tristezza e di nostalgia, ma anche di speranza e di fede. Ungaretti, nella sua raccolta L’allegria, pubblicata nel 1919, dedica una poesia al capodanno del 1916, intitolata semplicemente “1-1-916”. In essa, il poeta esprime il suo desiderio di pace e di amore, con versi brevi e intensi: “Un altro anno / di dolore / di inganni / di speranze / di affetti / di fede / di amore / Un altro anno / di vita / Dio lo benedica”.
Pablo Neruda e il capodanno cileno
Il poeta cileno, nato a Parral nel 1904, fu un grande viaggiatore e un attivo militante politico. Il capodanno era per lui un momento di gioia e di festa, ma anche di impegno e di lotta. Neruda, nella sua raccolta Estravagario, pubblicata nel 1958, dedica una poesia al capodanno del 1956, intitolata “Oda al nuevo año”. In essa, il poeta celebra il nuovo anno come un dono e una sfida, con versi ricchi di immagini e di metafore: “Nuevo año, / te recibimos con los brazos abiertos, / con los ojos limpios, / con la frente alta, / con la esperanza entera, / con la alegría intacta, / con el corazón en marcha, / con la bandera en alto”.