“La coperta dei sogni”

di Carola de Giorgi

2023, 20 dicembre.

Covid 19.

Per contrastare il contagio e sconfiggere la pandemia, l’umanità è stata costretta a cambiare le proprie abitudini.
A poco a poco, la diffidenza e la paura si sono radicate, e l’uso dei social ha soppiantato le cene con gli amici.
Ancora adesso, che grazie al vaccino non ve ne sarebbe più bisogno, molti continuano a vivere appartati, uscendo di casa lo stretto necessario e comunicando tramite internet. Alla luce del sole, preferiscono quella delle lampade emozionali che cambiano di colore in base all’umore.
I prodotti interconnessi con la mente sono considerati il non plus ultra del divertimento e, naturalmente, la nuova frontiera del consumismo. Difatti studi di settore dimostrano che il ceto medio li considera uno status symbol e, per Natale, si prevede un boom delle vendite.

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«Numero 1963, ecco a te e buon divertimento!». La collega alle consegne ritira il tagliando e le passa il pacco.

Rosa ignora di proposito la strizzata d’occhio che l’altra le rivolge. Ma chi te l’ha data tutta questa confidenza? Pensa, mentre fa sparire il pacco nel borsone. Esce in fretta e si avvia verso casa.

Poco prima, mentre aspettava al bar, uno del reparto contabilità le si era seduto accanto senza che lei avesse la prontezza di spirito di inventarsi che il posto era già occupato. Avevano bevuto il caffè in silenzio con gli occhi bassi sulle rispettive tazzine, poi quello si era alzato, aveva farfugliato un saluto ed era andato via.

Chissà che gli è preso oggi alla gente – brontola ancora – Sicuro che è colpa del Natale!

Sbuffa. Tanto, lei, da domani sarà in ferie forzate. Almeno non le toccherà lo strazio di scambiarsi gli auguri con tutti quelli che incrocia e di sorbirsi la bontà fasulla della vigilia.

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“Deve prendere i giorni arretrati entro fine anno. Si faccia una vacanza, vada in crociera, ce ne sono per tutte le tasche”, le avevano consigliato all’ufficio del personale dove era andata a protestare. Ma Rosa non aveva nessunissima intenzione: l’idea di trascorrere il trentuno a far festa insieme a degli sconosciuti, magari lanciando coriandoli e stelle filanti, l’atterriva. E non era questione che, col lockdown, si era inaridita. No, la verità era che lei era sempre stata così: non amava la confusione e senza nessuno intorno stava bene. Anche prima, non aveva mai legato coi colleghi che, del resto, l’ignoravano e non le chiedevano mai d’uscire. Certi giorni, che le girava storta, Rosa si era chiesta di chi fosse la colpa, se erano gli altri a considerarla invisibile oppure … ma poi aveva lasciato perdere perché, tanto, l’argomento non la interessava. Ormai in questa vita l’era andata così, punto e basta.

Per fortuna l’impiego alla Psicoelectrix s.p.a. – nonostante i turni estenuanti e la paga da fame – aveva anche qualche piccolo vantaggio, e l’involto dentro la borsa che teneva stretta al corpo con entrambe le mani, ne era la riprova. Senza lo sconto aziendale, “la coperta dei sogni” lei se la sarebbe potuta sognare!

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Rincasa più tardi del solito per via delle strade intasate. «La gente è impazzita», resoconta a Solo che era venuto a strusciarsi sulle sue gambe miagolando in tono di rimprovero, «tutti in giro a fare shopping senza pensare che dopo l’epifania potrebbero comprare le stesse cose a metà prezzo coi saldi. Mah!».

Apre due scatolette: tonno per il gatto, zuppa di fagioli per la padrona. Le mangiano in silenzio perché entrambi non amano perdersi in chiacchiere.

Dopo cena Rosa sconfeziona il pacco ed estrae “La coperta dei sogni”, l’oggetto di punta della “linea regalo by Psicoelectrix”.

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Nonostante lo sconto dipendenti ci aveva lasciato tutta la tredicesima ma, stando ai commenti del capo reparto che per primo aveva potuto permettersene una, ne valeva la pena.

Naturalmente gliel’avevano programmata in base ai suoi pensieri e ai suoi desideri, proprio come diceva la reclame. Era bastato dare il codice fiscale, e il lettore cerebrale ottico aveva trasferito le informazioni necessarie. Mezz’ora, ed era tornata a ritirare la Sua coperta dei sogni, fatta su misura per lei.

E voilà, adesso non restava che provarla.

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La stende sul letto e vi si infila sotto, badando a coprire anche la testa secondo le istruzioni, poi chiude gli occhi.

È eccitatissima e non sta più nella pelle. Subito appare un paesaggio da cartolina: mare azzurro, cielo in tinta e tante palme. Per la verità non è quello che piace a lei – pensa delusa – il sogno segreto di sempre non è certo spiaggia-mare-spiaggia! Rosa è differente: se ne avesse le possibilità, prenoterebbe in uno chalet di montagna, per stare sola soletta, lontana dalle masse. Magari con un bel camino acceso e la sauna finlandese. Ma forse quello scenario da crociera caraibica, che francamente lei trova pacchiano, è solamente uno spot – si rassicura tra sé – del resto la pubblicità ormai è dappertutto. Pazienza, ancora qualche secondo e avrà ciò per cui ha pagato. Attraverso le palpebre socchiuse, intravvede una pupa dalle forme armoniose che regge, su un vassoio, un gigantesco cocktail, e ancheggia verso la sdraio dove lei – o per meglio dire il suo avatar – sta disteso. Allunga distrattamente la mano per prenderlo, sperando che quell’assaggio di vacanza dozzinale svanisca presto, mette a fuoco e…

Rosa balza a sedere sul letto lanciando la coperta per aria: la donna, che nel porgerle il bicchiere aveva lasciato scivolare maliziosamente di lato il pareo restando completamente nuda, aveva il suo stesso viso. Non c’era dubbio era lei! Anche se lei, così bella, non si era vista mai.

Ma che razza di scherzo? Sibila inviperita.

Impacchetta velocemente la coperta e trascorre la notte dormendo male e poco al pensiero dei soldi che le avevano turlupinato.

***

L’indomani, all’apertura, si presenta all’ufficio reclami.

«Nessun errore di programmazione, il numero sulla matrice della ricevuta coincide ed è tutto regolare» Le risponde la commessa restituendole il pacco.

Rosa, frastornata, si gira per andar via e, in quel momento, si accorge che il tipo del giorno prima al bar faceva la coda dietro di lei.

Si dà una manata sulla fronte. Ma certo! Stando seduti accanto, avevano scambiato, senza accorgersene, i tagliandi per il ritiro merci.

In un lampo realizza pure che lei, per quello sconosciuto, non era – come per tutti gli altri – soltanto l’invisibile commessa del reparto elettrodomestici empatici.

Sono io – si dice − il sogno proibito di quest’uomo!

«Salve» sta farfugliando intanto lui «temo sia stata colpa mia».

«In tal caso» gli risponde «può farsi perdonare offrendomi un caffè».

Abbandonano le loro coperte dei sogni sul bancone dei reclami ed escono insieme nella ritrovata luce del più bel sole del più bel mattino.

#PensaPositivo – Lettera 32 Il Blog – Carola De Giorgi
“La coperta dei sogni”

3 pensieri su ““La coperta dei sogni”

  • Aprile 23, 2021 alle 3:19 pm
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    Originale e ben scritto. Una ventata di speranza, senza essere stucchevole, che tra le infinite possibilità di essere felici celate nelle “coperte degli altri” qualcuna, talora, per fortuna si sveli.

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  • Aprile 24, 2021 alle 10:13 am
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    Bellissimo, molto originale! Consiglio a tutti di leggerlo

    Rispondi

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