di Vincenzo Parato
Il tempo toglie… e non ricolma un’orma
ci ricorda che noi siam poche ore
per tante ere di lunga lontananza…
prende tutti i volti e non si sente…
sotto un cielo che cambia colore!
Evaporano le case… le famiglie
si perdono le pietre e le parole
restano gli alberi e il brillar dei cieli…
e ogni notte né prima né dopo
al giorno procede affiancata…
proprio come un merlo corvino
che canta di giorno e di notte!
E gli anni che verranno io piango…
e canto gli altri passati
e i frammenti di mar dietro le siepi
con la croce vermiglia e l’incenso!
E io imparo dal morir d’ogni ora
come crescer nella grandezza dei gesti!
Ma quanto dura la morchella1 che spunta
nel folto del mio giardino ogni anno?
S’apre l’aurora… come ventaglio di rose
e col suo nome… l’alba si chiama!
E segreto un fluir nelle vene
scorre al levarsi del giorno
ma il calendario mangia le facce…
poi si sfarina e ci sorprende la sera
ogni volta e sui rami rigonfi
con piogge sghembe2 trafigge le prugne!
Intanto un altro giorno è passato!
Note:
1. “Morchella”: funghi, di vario colore, che appartengono al genere delle Elvellacee. Hanno un gambo concavo, tozzo e munito di pieghe. Il cappello è fornito di alveoli.
2. “Sghembo”: che presenta un andamento obliquo che, sovente, può manifestarsi con inclinazioni irregolari e storte.
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c’è il tempo da vivere e quello vissuto.
Qui ci leggo il secondo e la malinconia che lo accompagna.