Città: Montecchio Emilia (RE)
di Alessandro Zelioli
Città dove gli Este han dominato,
dove anche Napoleone è passato
e dove l’artista Silvio d’Arzo è nato.
La unisce a Parma un ponte piccolo,
ma della città ducale, non ha neppure un mignolo,
perché sarebbe come confrontare un fiato con un rantolo.
Orgoglio e tradizione,
l’hanno eletta al ruolo di città, ma manca una stazione,
anche se fu tra le prime ad avere la filodiffusione.
Ci sono l’ospedale, una discoteca
E anche una biblioteca.
Manca però una pinacoteca.
Il patrono è il 9 ottobre,
ma si fa festa anche l’8 settembre
e pure il 28 ottobre.
San Donnino, la Madonna dell’Olmo e San Simone:
tanti Santi, ma che confusione!
Per divertirsi e marinare la scuola, così, c’è più di un’occasione.
Ci sono un cinema e la scuola:
primaria, secondaria e anche una aiuola,
dove un bambino di bronzo, legge guardandosi una suola.
C’è il grande Castello,
davvero molto bello,
essenziale e mantenuto, senza nessun orpello.
La grande Torre campanaria,
anch’essa ultracentenaria,
restaurata di recente, fa star la gente col naso per aria.
La Chiesa Nuova, col suo altarino,
è più vecchia di quella di San Donnino,
ma quando ci passo, io m’inchino.
Terra di artisti e grandi scultori,
vanta poeti e scrittori,
ma anche grandi lavoratori.
Ci sono aziende, molto importanti.
Che danno da mangiare a molti lavoranti
e, negli anni, ha portato a ospitare molti migranti.
Poi c’è il volontariato,
sempre presente anche se non molto aiutato,
da chi ha tempo, denaro e si sente privilegiato.
Una caratteristica di questa città? Essere accogliente
con chi, anche se non ha niente,
resta a vivere con questa gente.
L’Enza è il fiume che la rende viva,
Orietta Berti è la sua diva.
Artista poliedrica e creativa.
Questa è la mia Montecchio Emilia,
dove ho creato la mia famiglia,
e capace ogni giorno di regalarmi una meraviglia.
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