di Franco Baldoni
Il mio cane è molto buffo, si chiama Baffo: ha il pelo lungo e nero, le frange nelle zampe e sulla coda, due occhioni scuri e le orecchie così grandi e lunghe che quando beve nella sua ciotola si bagnano completamente.
Baffo, fin da cucciolo, è sempre stato attratto da tutto ciò che attraversa il cielo: uccellini, aerei, nuvole. Ebbene, sono già diverse sere che se ne sta in giardino a scrutare e contemplare il cielo. Non so bene cosa stia facendo o a cosa stia pensando, ma credo che osservi le stelle.
Dico questo perché, guardandolo di nascosto, ho notato che è particolarmente interessato a quei puntini luminosi che brillano nel buio, sembra quasi li conti per sapere quanti sono: 1, 2, 3, 4, 5… 1007, 1008, 1009… poi perde il conto e ricomincia da capo.
Nelle sere d’estate, Baffo segue con lo sguardo le stelle cadenti e, senza fare alcun rumore, corre veloce nella loro direzione, come a volerle salvare prima dell’impatto sul terreno.
L’altra sera, invece, è successa una cosa che lo ha messo in allarme; era come se sentisse arrivare qualcosa di sconosciuto e di grande, accompagnato da una luce abbagliante – io pensai addirittura a un’astronave di extraterrestri – quando all’improvviso vide passare un’enorme stella con una lunghissima coda luminosa! Baffo cominciò subito ad agitarsi e a muoversi verso la stella, seguendo con lo sguardo il suo passaggio e, improvvisamente, lo vidi saltare la recinzione e sparire nella notte.
Molto preoccupato, corsi fuori nel giardino per chiamarlo, ma lui era già lontano.
La stella procedeva lentamente nel cielo e al suo passaggio, come d’incanto, le altre stelle si facevano da parte lasciando libero il suo cammino.
Baffo, da terra, la rincorreva col naso all’insù e la lingua di fuori, senza mai perderla di vista. Attraversarono campi, fiumi, montagne e deserti fino ad arrivare ad una misera capanna.
La stella si era fermata lì, sul tetto, e tutto attorno era pieno di gente e animali in festa.
Baffo, trafelato per la lunga corsa, chiese ad un pastore cosa stesse accadendo e lui gli rispose che era nato il Salvatore.
Allora, curioso, si affacciò dentro la capanna, entrò facendosi largo tra i presenti e arrivò ai bordi di una mangiatoia dove, adagiato sulla paglia, coperto da un panno caldo e riscaldato da un bue e un asinello, giaceva un neonato cullato dai suoi felicissimi genitori.
Baffo si avvicinò ancor più al bambino e si mise a leccargli la piccola manina, che era rimasta fuori dalla coperta.
Il bimbo, per istinto, mosse delicatamente la manina e cominciò ad accarezzare dolcemente Baffo, che si sdraiò vicino a lui e si addormentò.
Era la notte del 25 dicembre.
Bello il racconto della natività immaginato dal punto di vista di un cane.