di Ada Giordanelli
Il mio nome è Befana, ma non sono mica nata vecchia. Anche io sono stata bambina cresciuta dalla nonna, che mi raccontava tante favole. Un giorno mi confidò che, da grande, sarei diventata magica, per portare doni ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio usando una scopa speciale, che volava e travestendomi da vecchina. Quando arrivò il momento giusto, misi i doni in un grande sacco acconciandomi come dovevo e imbruttendomi pure iniziai il mio lavoro. Adoravo i bambini, anche quelli più discoli, che ricevevano solo carbone, ma di cioccolato.
Mi chiamano Babbo Natale, dicono che sono un bell’uomo nordico, con gli occhi color del cielo e la barba bianca come la neve. Amo le mie renne, che mi trasportano con la slitta per distribuire doni ai bambini, che li aspettano con ansia e mi scrivono tante letterine di richieste. Mi piace questo lavoro e i sorrisi dei bambini mi incantano. Una sera ritornando a casa col sacco vuoto incrociai tra le stelle una scopa volante, che faceva il cammino inverso. Restai stupito a guardare quella strana vecchina con un sacco enorme.
Eccomi di nuovo, sono la Befana, vi racconto cosa mi è capitato. Stavo andando a portare i regali ai bambini quando mi scontrai con una slitta guidata da un uomo bellissimo. In modo civettuolo slegai il fazzoletto che copriva i miei lunghi capelli grigi e lo guardai. Anche lui mi stava guardando, ci piacemmo, anzi di più, ci innamorammo e da allora viviamo insieme felici e contenti.